ETF oro o lingotti? Cosa sta accadendo e come investire al meglio in questa materia prima? Innanzitutto, facciamo una dovuta premessa, c’è un nuovo protagonista nei mercati dell’oro e si chiama Cina.
Mentre in Occidente l’oro resta spesso confinato ai caveau di Londra o della Svizzera, Pechino sta facendo incetta di lingotti fisici, comprando a qualsiasi prezzo.
Non si tratta di una mossa speculativa, ma di una strategia precisa: trasformare l’oro in uno strumento di indipendenza finanziaria e di potere geopolitico.
In un mondo che cerca alternative al dollaro, l’oro diventa una nuova moneta di fiducia e la Cina vuole controllarla. Se invece sei più interessato all’argento, ne abbiamo parlato in questo articolo.
Oro fisico, non carta: cosa sta facendo esattamente Pechino?
Negli ultimi mesi, un segnale sempre più evidente sta emergendo dai mercati internazionali dell’oro: la Cina sta accumulando lingotti a un ritmo senza precedenti.
Il grafico che mostra l’impennata delle scorte warranted alla Shanghai Gold Exchange ovvero lingotti registrati per consegna fisica, non semplici strumenti finanziari, è la prova di un movimento profondo e strutturale, non una manovra tattica di breve termine.
A differenza degli operatori occidentali che spesso utilizzano l’oro come strumento finanziario per coperture o speculazioni, la Cina vuole possesso reale: oro fisico, in caveau controllati direttamente.
Il messaggio è chiaro: Pechino considera l’oro non solo un asset finanziario, ma un bene politico, uno strumento di sovranità monetaria e protezione strategica.
Quest’anno il Shanghai Gold Exchange ha compiuto un passo significativo aprendo il suo primo caveau offshore a Hong Kong, consentendo il trading di oro in yuan.
Parallelamente, la People’s Bank of China (PBoC) ha allentato le restrizioni alle importazioni, agevolando l’arrivo di lingotti nel Paese.
Il risultato? Una domanda sostenuta anche a prezzi record.
La fine dell’oro “occidentale” e la de-dollarizzazione
Il disaccoppiamento dalla finanza occidentale è evidente. Londra e la Svizzera, storici snodi globali per lo stoccaggio e la negoziazione dell’oro, stanno perdendo centralità agli occhi di Pechino.
La motivazione è anche politica: la guerra in Ucraina e il congelamento delle riserve russe nel 2022 hanno mostrato al mondo che le riserve detenute in Occidente possono essere vulnerabili a sanzioni.
Per molti Paesi emergenti, trasferire l’oro in Cina è oggi un atto di autodifesa economica.
Questo movimento si inserisce in un quadro più ampio: la ricerca globale di alternative al dollaro e la crescente sfiducia verso l’enorme debito pubblico degli Stati Uniti.
In questo contesto, l’oro torna protagonista come forma di riserva indipendente e solida. Non è un caso che la Cina voglia proporsi come hub alternativo per le riserve globali, offrendo una piattaforma basata sullo yuan e, sempre più spesso, sull’oro fisico.
Non è solo finanza, è geopolitica
L’accumulazione cinese non è guidata da logiche di trading o di arbitraggio.
È un’operazione di lungo periodo, coerente con la visione strategica di Pechino: l’oro come fondamento di un nuovo ordine multipolare, in cui la dipendenza dai circuiti finanziari occidentali si riduce drasticamente.
In altre parole: l’oro scappa in Cina, perché la finanza globale si sta spostando. Non (solo) verso Est, ma verso un nuovo paradigma in cui la geopolitica detta le regole dei mercati.
ETF oro: Come comportarsi da investitori
Se, come me, gestisci i tuoi risparmi attraverso un piano di accumulo (PAC), o stai pensando di iniziare a farlo, non dimenticare di includere l’oro tra i tuoi asset. Puoi optare ad esempio per un ETF che replica l’andamento dell’oro fisico.
Nonostante l’attuale prezzo possa sembrare elevato, in un contesto macroeconomico e politico incerto e in un’ottica di diversificazione, l’oro rappresenta un elemento fondamentale sia per la protezione del capitale sia per il potenziale rendimento.
Come puoi vedere dal grafico, l’ETF oro iShares Physical Gold ETC (ticker ETF IGLN) nel nostro PAC dell’Investing Club ha registrato da inizio anno un rendimento superiore al 40%, permettendoci di incassare, ad oggi, 1.247 €.