Prima donna a Wall Street: storia di Muriel Siebert

Prima donna Wall Street - Muriel Siebert

Muriel Siebert: prima donna a Wall Street e pioniera della finanza USA

Oggi ci lasciamo ispirare dalla prima donna che riuscì ad entrare a Wall Street: Muriel Siebert, o meglio Muriel Faye “Mickie” Siebert .

L’ascesa della First Woman of Finance fu lunga e tormentata. Tuttavia, Muriel non si fece mai scoraggiare dai no. Devi sapere infatti, che la prime donna al NYSE arrivò a New York nel 1954 «con 500 dollari, una Studebaker e un sogno».

Successivamente, Muriel fu assunta a 65 dollari la settimana come tirocinante nel reparto di ricerca della società di investimenti Bache & Company. Cambiò diverse mansioni e posti di lavoro. Ben presto però scoprì che gli uomini venivano pagati molto di più per la stessa mansione.

Come Muriel Siebert è diventata la prima donna a Wall Street

Avevo un sogno, quello di guadagnare la stessa cifra dei miei colleghi maschi. Così chiesi ad un amico quale grande azienda mi avrebbe pagato allo stesso modo. Lui mi rispose che l’unica possibilità che avevo era quella di comprarmi un posto al New York Stock Exchange

Muriel non esitò farlo. Prima di diventare la prima donna al NYSE, richiese diverse sponsorizzazioni per la propria candidatura. Tuttavia, le vennero sempre rifiutate. Questo fino a quando non ottenne uno scambio. L’ammissione avrebbe avuto il costo di 445mila dollari. Inoltre,avrebbe avuto esisto positivo solamente presentando una lettera di garanzia da parte di una banca. L’istituto doveva impegnarsi a coprirle la somma richiesta con 300mila dollari. In pratica, quella che sarebbe diventata la prima donna a Wall Street, doveva pagare per poter lavorare. Iniziò subito la sua ricerca di finanziamento, senza ricevere risposta affermativa dalle banche a cui si rivolse.

Non scoraggiandosi, quasi due anni dopo ricevette i 300mila dollari di cui aveva bisogno dalla Chase Manhattan BankIl 28 dicembre del 1967 Muriel Siebert entrò a far parte della Borsa di New York. Parliamo di momento storico che non si ripeté per molto tempo.

«Per 10 anni, del New York Stock Exchange facevano parte come membri 1.365 uomini. In più, c’ero io».

Prima donna a possedere una società di intermediazione

La carriera non si limitò ad un desk al NYSE. Nel 1969 ottenne un altro record con la fondazione della Muriel Siebert & Company. Muriel rappresentò infatti la prima donna a detenere e gestire una società di intermediazione finanziaria. Nel 1975, dopo l’abolizione da parte di legge federale delle commissioni fisse per i mediatori, la sua società diventò la prima ad applicare sconti, presentando tariffe più vantaggiose rispetto alla media.

Nel 1977, Hugh Carey, governatore di New York all’epoca, nominò Siebert a sovrintendente il sistema bancario dello Stato. Rimase in carica fino al 1982.

Tentò anche la carriera politica, senza risultati. Infatti, nel 1983 si candidò tra i repubblicani per un posto al Senato degli Stati Uniti, ma venne sconfitta.

Quando interrogato sulla sua strategia per superare gli ostacoli all’interno di una realtà maschile, rispose semplicemente: «Abbasso la testa e carico».

All’inizio degli anni settanta in un locale di Manhattan, per un pranzo di lavoro, non le fu permesso salire in ascensore: «Sono dovuta passare attraverso la cucina e salire per le scale di servizio».

Episodi come questi la portarono a testimoniare in pubblico le politiche discriminatorie di molti ambienti di lavoro legati alla finanza. Basta pensare, che solamente nel 1987, riuscì ad avere un bagno per donne al settimo piano della Borsa di New York, minacciando altrimenti di andare in giro con un bagno portatile.

Le donne per le donne

Muriel fu inoltre una figura attiva in ambito sociale ed in particolare verso l’educazione femminile. Scelse, infatti, di donare metà dei profitti della Muriel Siebert & Company in beneficenza. Lo scopo era aiutare altre donne ad iniziare la loro carriera nel mondo degli affari e della finanza.

Quando nel 1992 ottenne un premio per il suo impegno, durante il discorso affermò che era ancora troppo presto per le donne dichiarare vittoria nella loro battaglia per la parità dei diritti a Wall Street.

«Le società stanno facendo quello che devono fare, legalmente. Le donne stanno entrando numerose a Wall Street, ma non sempre nelle posizioni in cui si prendono le decisioni più importanti. C’è ancora una vecchia rete di uomini a fermarle. Devono solo continuare a combattere».

Oggi noi donne siamo più fortunate, sicuramente anche grazie a lei e a tutte le donne che non hanno mai ceduto a quel sistema.

Un esempio che dobbiamo tenere presente tutte le volte in cui pensiamo di non essere all’altezza!  

[Articolo originale pubblicato sul Trading Journal Blog e consultabile a questo link]

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